Internazionale, amato e ricercato in ogni angolo del mondo e dalle mille sfaccettature. Nonostante la sua origine sia prettamente italiana, il confetto è uno dei simboli soprattutto in Spagna e in Portogallo dove prende il nome di peladilla.

Nella penisola iberica, i principali centri di produzione di questi piccoli dolci ricoperti di cioccolato – perfetti esternamente e internamente – si trovano a Valencia e ad Alicante. Gli spagnoli amano celebrare questo prodotto in una grande festa a tema, la fiera spagnola denominata “Feria del Dulce Artesano, Peladillas y Turrones” che si svolge a Casinos, dove nel 1881 nacque un importante centro confettiero. In Spagna si perfezionò la tecnica di lavorazione del confetto, nel lontano 1400, secondo la quale la patina bianca che avvolgeva la mandorla non fosse nient’altro che dello sciroppo di canna messo a scaldare.
Anche in Francia, regina della pasticceria, i dragée hanno origine secolare: introdotti nel 1220 d.C. da uno speziale di Verdun, divennero fiore all’occhiello di questa località, conosciuta proprio per la preparazione dei confetti. Per i francesi il confetto non era solo buono e bello a vedersi, ma anche speciale: serviva infatti a facilitare la digestione e a curare la sterilità. Fu anche un dolce reale, donato a Enrico III per la sua incoronazione, ma anche a Enrico IV.
In Giappone il confetto si chiama “konpeito” e assume caratteristiche differenti: si tratta di un dolciume colorato e caramellato ricoperto da piccole protuberanze che si creano durante la cottura. La loro forma, diversamente dai nostri confetti, è irregolare e meno “elegante” ma ugualmente caratteristica. Più simile a una caramella che a un comune confetto, il konpeito venne introdotto in Giappone intorno al 15esimo secolo da mercanti europei.